sabato 24 marzo 2012

Bar Verga, la recensione

TROPPE VOLTE ZERO, live @Bar Verga, 23 marzo 2012. Da un anonimo spettatore riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Alle dieci e un quarto i cinque coraggiosi sono sul palco e attaccano il primo pezzo. L'atmosfera acida e cupa della canzone coinvolge subito il pubblico, ma si vedono un  po' di espressioni interdette: "ficcalo nel buco...","sesso estremo...", ma quando De Gregori ha scritto una canzone così? La ritmica è compatta, la chitarra graffia sulla voce, l'Hammond carsico si inabissa e poi riemerge a sottolineare i passaggi chiave. Al termine gli applausi sono scroscianti e prolungati. Franco spiega, era Il Futuro, un pezzo di Leonard Cohen. Dopo i saluti di rito, introduce Bambini Venite Parvulos. La prima strofa è un pò incerta, poi la canzone prende quota. "Legalizzare la mafia" è la profezia avverata, l'assolo è convinto e il finale in crescendo. Un po' di ironia sull'età media delle canzoni in scaletta introduce Alice. E subito si riparte di slancio, con un "allegro motivetto che parla di stragi", Sangue su Sangue.

Certo, non è un concerto del Principe, ma gli arrangiamnenti sono quelli giusti, si vede che i ragazzi hanno studiato. La voce, senza volere neanche immaginare paragoni assurdi, è comunque credibile, e poi le canzoni sono davvero scelte con mano felice: Titanic, Niente da capire, La leva calcistica della classe '68, Cose, queste le chicche che scorrono via in rapida successione. Poi Vecchi Amici, cantata con particolare veemenza, forse il pezzo più riuscito della serata. Il segreto, spiega il cantante, è cantarla pensando all'amico per cui è scritta, "straccio" Liguori.
Poi La Donna Cannone. Più che un tastierista, Luca è un vero pianista, e si sente.

Dopo dieci minuti di pausa, piccola introduzione al prossimo pezzo. Si parla di Guido Guglielminetti, della sua carriera, e di come abbia scritto un pezzo meraviglioso dedicato ad un aereo. I pezzi si alternano quindi combinando "greatest hits" a brani per addetti ai lavori: Spad VII S2489, Miramare, Viva l'Italia, Mayday.
L'immancabile Rimmel è lenta (versione Mix Live, per capirci), poco convinte le prime due strofe, molto meglio la seconda parte. Poi la sorprendente Vai in Africa, Celestino!, la chitarra acustica detta il ritmo, la band sembra sempre sul punto di partire, la batteria finge di entrare per ben tre strofe, poi entra davvero e parte l'assolo di chitarra. Il locale è pieno di musica, l'atmosfera ora è carica al massimo.
  
"Adesso una canzone di Bob Dylan". E' evidente che molti una cosa come Non dirle che non è così non se la aspettano. Ma il testo vale da solo il prezzo del biglietto, l'interpretazione di Franco è intensa. Si sente che ha studiato il Principe, ma anche il Maestro.
Poi Cercando un altro Egitto (versione rock) e L'agnello di Dio, nella strofa la botta di Fabio è quella giusta e il basso di Ettore martella impietoso. Poi finalmente un po' di respiro, "Oh, aiutami a fare come si può" suona davvero come una preghiera.
Dopo l'ennesima rassicurazione sullo stato di salute del mitico Pablo (ma cosa c'entra la latteria?) arriva l'ultimo brano. La band declina in anticipo ogni responsabilità sulla riuscita del pezzo, invece Buonanotte Fiorellino in versione swing è proprio divertente, anche cantata da una voce (e suonata da un'armonica) "tarocca".
   
Il Barg Verga è un posto adatto ai concerti, il pubblico aveva voglia di ascoltare e partecipare, le canzoni erano stupende, difficilmente la serata poteva non riuscire (e poi anche i TROPPE VOLTE ZERO non sono male).

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